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Pensione bloccata? Devi dimostrare di “essere vivo”

Giusy Pappalardo • 5 Agosto 2022

pensione-bloccataIl nostro paese in certe occasioni tocca platealmente il paradosso: un’anziana, considerata deceduta dall’INPS, ha visto la sua pensione bloccata e così ha dovuto certificare di “essere viva”.


Una vicenda che lascia un po’ basiti, anche perché non accade spesso ma a volte accade.

Una donna di 70 anni, Mariacristina Fornelli Bardina, ex insegnante di Balangero (Torino), in pensione dal 2004 si è vista bloccare la pensione dallo scorso 30 giugno.

Per quale motivo? Per l’istituto di Previdenza risultava essere deceduta da due settimane.

Ecco cosa ha dovuto fare la malcapitata signora per vedersi sbloccare la pensione.

Pensione bloccata? Devi dimostrare di “essere vivo”

Ebbene sì: si deve dimostrare e certificare la propria “esistenza in vita“.

La persona deceduta infatti è un’omonima della pensionata di Balangero, ma la pensionata in vita non è ancora riuscita a venire a capo della questione.

Ho dovuto chiedere al comune di Balangero di produrre e rilasciarmi quella che si chiama ‘dichiarazione di esistenza in vita – ha raccontato al quotidiano torinese La Stampae, insieme alla fotocopia della mia carta di identità, l’ho spedita via mail prima, il 5 luglio alla banca, altrimenti mi avrebbero bloccato il conto corrente.

Poi, il 14 luglio, ho mandato tutto anche all’Inps, sia di Torino che alla sede di Roma. Questo sempre tra una telefonata e l’altra, sperando che l’iter si sbloccasse” ha spiegato l’ex insegnante.

Risultato dell’equazione: la pensionata non riceve da due mesi la pensione.

Un ennesimo caso dei paradossi dell’Italia: parenti di persone già decedute truffano lo Stato ritirando la pensione in vece dei familiari e chi invece è ancora “vivo” si vede bloccato il pagamento.

Chissà se la sfortunata signora vedrà risolversi al meglio il suo caso: la speranza è che anche questa volta a vincere sia il buon senso e la logica, nella nostra piccola grande nazione delle stravaganze.

 

Fonte: articolo di Giusy Pappalardo
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